Gay & Bisex
In albergo con il mio collega
di ciollavispa
18.10.2018 |
26.213 |
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""Franco hai un cazzo davvero grosso, non pensavo fossi così dotato..."
"Franco vieni che il boss deve dare una comunicazione a te e a me."Fabio, uno dei miei colleghi più anziani, affacciandosi dalla porta del mio ufficio mi comunica la buona novella. Già ho capito di cosa si tratta, si vocifera da giorni un nuovo corso di aggiornamento nella capitale, saranno in due i fortunati e l'ultimo al quale avevo partecipato risaliva ormai a 5 anni fa.
" Franco e Fabio per 5 giorni sarete a Roma per il corso, è tutto già organizzato, a breve vi arriveranno i biglietti aerei. Dimenticavo partirete tra due giorni. Adesso potete tornare nei vostri uffici."
È chi si azzarda a controbattere. Il boss quando impartisce un ordine è peggio di un sergente.
Non ci rimane che obbedire e correre dopo l'orario di lavoro a sbrigare tutto ciò che serve per il viaggio e per i giorni di permanenza nella capitale.
Con Fabio abbiamo un buon rapporto, anzi forse è uno dei migliori colleghi che ho avuto la fortuna di avere in questi anni. È un uomo suo 65 anni prossimissimo alla pensione, fisicamente è un tipo molto giovanile, a parte un po di pancia ma accettabile, è senza capelli e con una bella barba quasi tutta bianca a parte qualche pelo rossastro sopravvissuto ancora all'eta che avanza. Lunedì pomeriģio è prevista la partenza. Passo da casa di Fabio e alle 16 siamo all' aeroporto. Il volo come succede spesso ha qualche ora di ritardo, tutti i progetti di qualche ora di svago per le vie di Roma saltano tutti e non ci rimane che prendere il taxi e andare nell'albergo prenotato dal boss.
Non è proprio giornata mi sa, per un errore di overbooking le nostre camere non sono disponibili e come nei migliori racconti erotici di casualità, io e il mio collega ci ritroviamo a dover condividere l'unica stanza disponibile, una matrimoniale. Leggendo spesso i vari racconti di situazioni analoghe ho sempre pensato che fossero situazioni che nella realtà non sarebbero mai successe e invece... È capitato davvero.
Entrambi non ci rimane che fare spallucce e andare in camera. Naturalmente le imprecazioni e le cosiddette malanove nei confronti del capo non ce le risparmiano affatto, ma pazienza sono solo 4 notti, pazienza.
Giunti in camera, fortunatamente un po il nostro malumore si trasforma in stupore quando accesa la luce vediamo che l'unica camera disponibile era la suite.
"Cazzo che culo che abbiamo avuto. Chi se ne frega del letto matrimoniale."
" Vabbè effettivamente chi se ne frega. Piuttosto Fabio che dici di farci una doccia e andare a mangiare qualcosa qui vicino?"
"Ok vai prima tu Franco, io intanto mi fumo una sigaretta sul balcone."
"Ok cercherò di fare il prima possibile anche se in quella doccia starei per ore ed ore."
Apro la valigia prendo gli abiti che avevo già deciso di mettere per le ore di libertà e vado in bagno. È davvero fantastico. Un bagno grandissimo pieno di specchi e con una doccia super moderna, mi spoglio e mi chiudo nella cabina. Posso vedere il mio corpo nudo quasi da tutte le angolazioni visto l'intera parete sa specchio di fronte il box. Gli schizzi ad intermittenza mi massaggiano la schiena e scendono verso il basso, un vero toccasana dopo la giornata appena trascorsa. Mi avvolgo in un telo gigantesco, bianco e profumatissimo ed esco per lasciare il mio posto a Fabio.
"Fabio dai tocca a te."
Mi sto asciugando i capelli con l'asciugamano quando alzando il capo vedo il mio collega con addosso solo una maglietta bianca.
"Franco quando arrivo a casa mi metto sempre comodo così e non mi ero reso conto che qui non sono a casa."
"Figurati anche io sto sempre nudo a casa ma ora dai, sbrigati che sto morendo di fame."
Non pensavo Fabio fosse così dotato. Spesso i miei sguardi erano stati attratti dalla patta del mio collega, mai però avrei detto che sotto si trovava un cazzo del genere, lungo sui 12 cm da flaccido, nonostante il suo stato di riposo però è davvero grosso, molto chiaro e con un prepuzio stretto ma sicuramente allenato allo scappellamento, ha anche due belle palle grosse ma la cosa che mi fa davvero sballare è la quantità di pelo circoscritta sul suo membro e sul suo culo. Ha davvero un tappeto di peli rossi e bianchi che rendono tutto uno spettacolo che riempie gli occhi di interesse e il cazzo lo riempie di sburro. Mi sa che entro la fine della permanenza quel cazzo dovrà essere nella mia bocca e il mio dovrà piantarsi nel suo culo.
Usciamo per andare mangiare qualcosa, ma il mio pensiero si insinuava tra quel peli, li percorreva per risalire sulla sua asta, girare lungo tutta la circonferenza della sua cappella, poi riscendeva e si aggirava tra le righe del suo scroto per giungere sul suo buchetto.
"Fabio andiamo in albergo? Voglio rilassarmi un po visto che da domani ci toccheranno delle belle giornate piene."
"Si hai ragione andiamo."
Ci avviamo verso l'albergo ma prima mi fermo in un bar e prendo una bottiglia di tequila e via in albergo. Subito in stanza sia io che Fabio ci mettiamo comodi entrambi con addosso solo una maglietta e lo slip. Prendo due bicchieri e via con il primo goccetto, accendiamo la tv ma ci mettiamo a chiacchierare del più e del meno. Fabio è davvero simpaticissimo. Le chiacchiere sono tante come i sorsi di tequila che inizia a fare il suo effetto. Ci sentiamo entrambi particolarmente felici.
"Cazzo della pisciata in canna che ho Fabio, se non corro la faccio qui sul letto."
"Pure io devo farla, e sai come si dice? Chi non piscia in compagnia o è un ladro o una spia."
" ah Fabio va dai... vediamo se hai in coraggio andiamo e pisciamo insieme e vediamo chi ne fa di più."
Andiamo in bagno ed entrambi di fronte il WC ci abbassiamo le mutande, è un attimo e dalle nostre cappelle esce un bel getto di piscio giallo. Incrociamo i nostri getti scappelliamo i cazzi, inevitabilmente i nostri sguardi si posano sui nostri uccelli.
"Franco ma sai che non avevo mai visto il cazzo di un altro uomo così da vicino?. È poi soprattutto mentre piscia."
"Io nemmeno però è forte." Una bugia grande come l'universo. Se sapesse quanti ne ho visto visti in vita mia non ci crederebbe.
"Io sto per finire tu Fabio.?"
"Anche mi sa che però hai vinto tu, il tuo getto era più violento."
"A proposito, chi perdeva doveva sgrullare, il cazzo del vincitore. Come sai le scommesse si pagano."
"Per me allora puoi tenerlo con la pisciazza nella coppola."
"Fabio, le scommesse si pagano."
Con un movimento particolarmente veloce mi afferra il cazzo e lo sbatte facendo schizzare qualche goccia addosso entrambi.
Ci ricomponiamo e torniamo in camera, altro giro di tequila e è un po di zapping in tv. Mi fermo quando sullo schermo appaiono immagini di una bella ragazza nuda che si sta masturmando.
"Dai lascia qui Franco."
"Certo e chi la cambia. Porno e tequila sono la cosa più bella del mondo. Poi se ci aggiungi anche qualcuno che ti fa un pompino ancora meglio. Mi sa che al massimo potrò farmi una sega in bagno."
"Perché in bagno, dai sai che ti dico facciamocela qui."
In un attimo Fabio ha il suo cazzo in mano che inizia a sbatterselo. Io da canto mia assecondo la sua volontà ma al contrario suo ho la minchia già in tiro.
"Franco hai un cazzo davvero grosso, non pensavo fossi così dotato."
"Fabio non sai tante cose, mi sa che però anche tu non scherzi. Dai che appena è duro vediamo chi ce l'ha più grosso e lungo."
L'alcool sta facendo effetto siamo sempre più disinibiti e il cazzo del mio collega si ingrossa sempre di più.
"Fabio prima ho vinto io adesso però mi sa che vinci tu, hai il pisello più lungo e grosso del mio."
"Mi sa proprio di sì, è come avevamo detto prima chi perdeva gli fa un pompino al vincitore."
"No Fabio non abbiamo detto nulla ma se vuoi io te lo faccio lo stesso."
Non do il tempo di rispondere per quanto ho la bocca e la lingua che lavorano il mio nuovo giocattolo di carne. Lo lecco bene e mi faccio strada lungo tutto il prepuzio, lo scopro lentamente e giro con la punta a della lingua circonda tutta la cappella. La succhio e già le prime gocce di umore escono dal buchino. Cresce sempre di più dentro la mia bocca mentre le mie mani esplorano le sue palle, le sospeso e le avvicino poi staccobla bocca da callo e le lecco. Lui gode come un porco e lentamente allarga le gambe. Mi metto sdraiato accanto a lui girandolo in modo da agevolare un bel 69. Inizialmente sono solo io a lavorare con bocca e mano ma lentamente sento il respiro sul mio cazzo, lui si è avvicinato con il viso e con la bocca. Mi afferro il cazzo con una mano e lo avvicino lentamente alle sue labbra. Sono chiuse e sembra quasi non voglia far nulla ma mentre la mia bocca ingoia il suo randello, la sua lingua raccoglie le gocce del mio umore, inizia a leccare e succhiare lentamente quasi come se avesse paura ma il piacere aumenta sempre di più. Ora è tutto dentro, lo lecca e succhia come faccio io. È completamente abbandonato al piacere mentre io con un dito lavoro il suo ano. Lo penetro con un dito e poi con due. Ogni volta che geme il mio cazzo affonda sempre più nella sua gola. Anche il suo è pronto ad esplodere quindi mi fermo.
Lo giro di schiena e lo faccio inarcare con la schiena. Ormai è così preda del piacere e dell'alcool che non riesce a capire nulla. Gli sputo sul suo buchetto e lo lecco bene. Ha un buco caldissimo che si apre e si chiude. Sicuramente pronto ad accogliere qualcosa. Perché allora farlo attendere? Indosso un preservativo e via con gli affondi. Non voglio essere gentile e delicato. Quel culo peloso deve essere sfondato con violenza. Lo scopo come un matto e sento che la vacca geme e si masturba mentre il mio cazzo penetra sempre più a fondo.
"Non devi sborrare. Prima voglio sborrare io sul tuo culo e poi tu sborrerai dentro la mia bocca."
Queste sono le parole che riesco a dirgli prima di estrarre il mio membro pronto ad esplodere. Sfilo il condom e subito un primo schizzo muore sul suo culo peloso mentre gli altri cadono sul suo buco sverginato e larghissimo.
Mi giro mentre lui è ancora a culo filo a ponte apro la bocca e ingoio la sua cappella che mi piscia sborra dolcissima che ingoio tutta in un unico sorso.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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